Adolescenza età di crisi e di evoluzione

Dr.ssa Sabrina Pontani
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Adolescenza età di crisi e di evoluzione

Sabrina Pontani Psicologa Psicoterapeuta Tarquinia - Roma Nord
Pubblicato da Sabrina Pontani in Adolescenza · 24 Febbraio 2018
Tags: Adolescenza
L’adolescenza, per i cambiamenti a cui sottopone,  è  un periodo  di crisi. Nell’uso comune tale termine assume un’accezione negativa, tuttavia la parola crisi nel tempo ha assunto vari significati che ne hanno sottolineato gli aspetti positivi: evoluzione di una determinata situazione, di una condizione fisica o psichica nel tempo caratterizzata da riflessione, valutazione e discernimento. Se ci soffermiamo su quest’ultimo significato del termine la visione della crisi del periodo adolescenziale cambia. Arturo Casoni, ad esempio, in “Adolescenza liquida” descrive l’adolescenza come potenzialità, mobilità, liquidità ed espressione di un momento fertile della vita ricco di carica potenziale, caratterizzato dalla ricerca della conquista di autonomia e indipendenza e dal bisogno di affermare la propria identità, cogliendo l’aspetto positivo di questa fase della vita. La caratteristica di periodo di crisi è determinata dalla pressione psicologica che dipende dai mutamenti vissuti dall’adolescente, poiché alle trasformazioni fisiche è fondamentale che corrispondano anche cambiamenti psichici. L’adolescenza, nonostante la crisi che comporta non è caratterizzata necessariamente da manifestazioni eclatanti, continui conflitti e da inevitabile sofferenza. Comunque, bisogna riconoscere che questo passaggio obbligato verso uno stadio adulto, che oggi accade sempre più tardi, implica molti sentimenti contraddittori rispetto al presente e molte incertezze rispetto al futuro. Se per alcuni giovani questo periodo della vita è vissuto come la possibilità di liberarsi dalle restrizioni dell’infanzia e aprirsi a nuove possibilità, nuovi piaceri, per altri è vissuto come un momento particolarmente difficile. In questo periodo l’adolescente tende a prendere le distanze da ciò che è familiare per sperimentare altro, e non manca di manifestare attrazione-repulsione verso i parenti più stretti. Ciò avviene maggiormente quando la relazione precedente era intensa e particolarmente carica di attese. Questi comportamenti si ritrovano nelle condotte ordinarie di opposizione che tendono anche facilmente a scomparire. Le condotte di opposizione, infatti, sono strumenti tesi a regolamentare lo spazio familiare e si manifestano con comportamenti che vanno dal semplice broncio all’aggressione di uno o di tutte e due i genitori. Inoltre, rispondono anche al bisogno dell’adolescente di crearsi spazi privati, come cogliere le occasioni per uscire da casa o chiudersi nella propria stanza. Oltre a questi comportamenti, che sono per lo più temporanei, l’adolescenza è piena di atteggiamenti abbastanza duraturi e stabili che gettano le basi per la costruzione di modelli identitari. Tra i vari esempi che si possono fare ci sono: adolescenti sognatori, romantici, passionali, asceti, ribelli, e anche adolescenti che fuggono il confronto dalla realtà, altri che attuano comportamenti delinquenziali, auto ed etero distruttivi, che assumono droghe, che sono continuamente alla ricerca di nuovi rischi per sentirsi vivi. Il paradosso vissuto dall’adolescente è “volersi staccare, rendersi autonomo dall’adulto e allo stesso tempo aver bisogno della forza dell’adulto per raggiungere tale obiettivo”. L’adolescenza permette all’individuo di accedere a nuovi territori il cui senso può essere colto solo attraverso la sperimentazione. In questo senso l’adolescenza può essere descritta come l’embrione di una storia di vita in divenire poiché in questa fase si prendono le decisioni riguardanti il proprio futuro, accettando oppure rifiutando l’integrazione della dimensione fisica con quella mentale. Lo stato di conflitto mente corpo che si presenta può essere superato con successo in modo armonico o può avere un esito disturbato, non armonico. Il periodo evolutivo che caratterizza questa età, usando un termine Kafkiano, possiamo definirlo come un periodo di transform-azione che racchiude in sé cambiamento, movimento, azione, necessari per passare da un IO bambino ad un Io adulto da strutturare. Durante questo passaggio l’adolescente avverte la frantumazione del suo IO bambino e la successiva strutturazione di un IO adulto. Tale senso di frantumazione può diventare un pensiero tragico, con vissuti negativi, che se non adeguatamente contenuti, elaborati, trasformati possono tracciare un percorso psicopatologico esistenziale. In questi casi, l’ascolto e la presenza di un “adulto nutritivo” sono importanti affinché l’esperienza-vissuta non si dischiuda in un campo di forte disagio. E’ in queste situazioni che interventi di sostegno psicologico possono essere di grande aiuto per l’adolescente affinché possa sviluppare una struttura personale solida. Altro aspetto fondamentale sono le relazioni interpersonali. Le caratteristiche delle relazioni e l’interdipendenza tra il sé e l’altro, e più in generale il mondo diventano un aspetto determinante nel processo evolutivo di crescita. Infatti, il comportamento umano è il risultato, oltre che delle caratteristiche genetiche anche di quelle che derivano dall’ambiente familiare, sociale, culturale in cui la persona è inserita sin dalla sua nascita. In questo senso l’ambiente costituisce la fonte degli stimoli di cui la persona è oggetto, che modellano la sua psiche e costituiscono un bagaglio di risorse energetiche necessarie per affrontare la sua esperienza di vita e ne influenzano l’evoluzione della strutturazione del sé. Tornando al concetto di crisi possiamo asserire che l’adolescenza è necessariamente un momento di crisi: in questo periodo di passaggio ed evoluzione l’adolescente non può più essere chi era prima. Come l’adolescente affronta e supera questo periodo della vita, dipende molto dal contesto ambientale in cui vive e dal tipo di relazioni che l’ambiente umano gli riserva


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